Lasciando Sanctuary: il viaggio verso Salt and Sacrifice - Blogs di Videogiochi

Lasciando Sanctuary: il viaggio verso Salt and Sacrifice



Cominciai a lavorare sull’originale Salt and Sanctuary nove anni fa e, quando mi guardo indietro, rilevo ancora un certo alone di mistero. Lo sviluppo iniziò nel 2012, e io avevo già realizzato qualche gioco con un gameplay e un sistema di combattimento che umilmente dichiaravo accettabili. Come molti altri sviluppatori indipendenti, ero recentemente diventato ossessionato dal modello Dark Souls: con i suoi numerosi e all’apparenza imperscrutabili sistemi, il suo mondo oscuro e magnifico, e gli intensi momenti quando margini di errore estremamente sottili venivano allo scoperto. Avevo creato alcuni sistemi di combattimento di qualità nella serie The Dishwasher (che, incredibilmente, ha già due generazioni di console alle spalle), così l’idea di utilizzarli come base per un gioco indipendente ispirato ai Souls aveva senso. Da lì in poi ci fu una serie di elementi di gioco, mostri, armi e altro ancora: tutti disegnati e animati manualmente, elaborati e infine inseriti: un percorso graduale per vedere se lo scheletro di un picchiaduro 2D potesse reggere il corpo di un GDR fantasy ispirato ai Souls.
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Con il senno di poi, sono sicuramente ancora un po’ incerto su cosa funzionò meglio in Salt and Sanctuary, non che ci sia una sola risposta...
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